Tempo di riposare adesso; avete avuto
abbastanza emozioni per ora.


Crepuscolo, poi prima sera. Lucciole
nella stanza, che lampeggiano qua e là, qua e là,
e la profonda dolcezza dell’estate che riempie la finestra aperta.

Non pensate più a queste cose.
Ascoltate il mio respiro, il vostro stesso respiro
come le lucciole, ogni piccolo fiato
Una fiammata in cui appare il mondo.

Ho cantato abbastanza a lungo per voi nella notte d’estate.
Alla fine vi persuaderò; il mondo non può darvi
questa visione sostenuta.

Occorre insegnarvi ad amarmi. Agli esseri umani occorre      
insegnare ad amare
silenzio e oscurità.

(Louise Glück, Ninnananna)

4 ottobre 2021

Onoriamo Annalisa Cao Diaz perché abbiamo partecipato alle sue stesse battaglie, abbiamo condiviso i suoi percorsi politici, l’abbiamo eletta a rappresentare gli ideali suoi e nostri in Parlamento, le siamo state compagne di lotte, alleate sostenitrici di ideali, inventrici di obiettivi che, insieme, abbiamo perseguito e di traguardi, talvolta, raggiunti.

Quello di Annalisa è stato lo straordinario itinerario di una vita che ha saputo rinnovare e trasformare, insieme alla propria, le vite di moltissime donne, ha contribuito a rendere partecipi le donne sarde delle trasformazioni e delle lotte nazionali e internazionali, quelle che restituivano dignità, diritti ignorati e calpestati, prospettive impensabili alla maggioranza delle donne, nella vita sociale come in quella intima, privata.

Nella sua ininterrotta esperienza la parola è stata il veicolo di cui Annalisa si è costantemente servita per dare realtà alle idee, per farne nuovo divenire: una parola razionale mai disgiunta dal sentimento accogliente, dall’ascolto delle voci di tutte le donne: per questa parola ascoltante l’abbiamo amata e ne abbiamo riconosciuto l’autorevolezza nel ruolo indiscusso di Presidente del Centro di documentazione e Studi delle Donne che oggi la saluta e la piange, e nelle precedenti esperienze dei Gruppi di autocoscienza e della Libreria delle donne, dove Annalisa ha promosso la parola scritta dalle donne, i loro amati libri: sono questi i luoghi fisici in cui ha partecipato alla presa di coscienza delle donne, ne ha unito le parole e i pensieri trasformandoli in azioni, contribuendo a rintracciarne e inventarne lo spazio nella Storia.

È la sua parola accogliente che occorre ricordare e imitare, perché oggi abbiamo bisogno del suo dire rigoroso, fondato su una formazione giuridica che, rispettosa dei bisogni concreti, ha saputo, insieme, inventare un dialogo interiore e collettivo che invitava alla confidenza, alla riflessione e all’ascolto.

La parola di Annalisa e la sua maieutica ironia, declinate al femminile, suscitavano rivolgimenti interiori, dibattito, diventavano collettive, creavano solidarietà e alleanza, sempre in una prospettiva di azione e di trasformazione, costruivano un NOI solidale e rispettoso delle singole persone.

In molte ne abbiamo condiviso e ne abbiamo appreso le lotte e le esperienze, perché suggeriva senza imporre, ammoniva con tatto, si asteneva dal giudicare, sempre, ha saputo sostenere le donne in ogni occasione, sorreggerle ma solo finché da sole apprendessero a dire e a fare.

La sua figura bella e gentile sapeva sorridere anche nelle difficoltà, fino all’ultima esperienza della sofferenza fisica, la sua parola continua a sorridere e a dare senso e forza alle nostre fragili esistenze.

                      Giovanna Caltagirone