Laboratorio di scrittura a partire da sè

Se mi trasformassi in una cosa” 19 giugno 2014

Collana Scritti meditati

Consegna:

Se dovessi trasformarti in una cosa, in che cosa sceglieresti di trasformarti? Immagina che la trasformazione sia già avvenuta e tu sia proprio quella cosa: che cosa percepisci con i tuoi sensi? Quali emozioni provi? quali desideri? Sei felice? Hai paura?

Esprimi le tue sensazioni ed emozioni in un breve testo, poetico o in prosa, o con un calligramma, anche facendo largo uso di metafore.  Puoi  lavorare individualmente o in piccoli gruppi di due o massimo tre persone.


 

C.P.

Immagino di essere una cosa

Sono uno specchio, un bello specchio con una cornice dorata. Sono sistemato nell’ingresso di una casa elegante. Mi piace molto quando mi lucidano con un panno morbido che mi fa diventare brillante: così posso riflettere meglio le immagini di tutto ciò che mi passa davanti. Non mi piace il buio, mi annoio perché non vedo niente e la mia brillantezza non esiste senza la luce: non posso raddoppiare le immagini  che mi stanno intorno.

Accanto a me c’è un mobiletto con il telefono. Luisa, la padrona di casa, telefona spesso: “Pronto.. Pronto..”  Quando parla si guarda allo specchio: è bella, lo sa e se ne compiace. Mentre telefona si ravvia i capelli con le mani e avvicina l’occhio alla mia superficie per controllare se il trucco è sempre a posto. A volte mi sorride.

Ultimamente però ho visto, riflesso sulla mia superficie,  il suo viso meno allegro del solito:  mi guardava pensierosa come per interrogarmi. Temo le stia succedendo qualcosa: l’altro giorno mentre telefonava ho specchiato il suo viso che piangeva …

Anche se sono di vetro, mi sento preoccupato per lei e poi …  perché non mi sorride più?

Ero più contento quando le sue amiche venivano a trovarla, si fermavano di fronte a me sorridenti  e c’era qualcuna che diceva: “Che bello specchio!” Queste parole mi fanno  sempre molto piacere. In fondo, essendo uno specchio, è giusto che io sia un po’ vanitoso!


 

R.S.

Il testo è stato pensato come un dialogo tra una caffettiera (Rita) e una tazza (Luisa), vedi calligrammi.
Caffettiera
Sento degli strani rumori e un piacevole calore che proviene dal basso.
E’ una fiamma rossa e azzurra che mi dà queste sensazioni. Fra un po’ sarò pronta. Avvicinati con circospezione, altrimenti ti bruci.
Calligramma: immagine di caffettiera, costruita con le parole del testo suddetto, scritte in corsivo su colori azzurro, turchese, verse, rosso e marron


 

R.D. e G.L. (lavoro in piccolo gruppo)

La zattera

Un bambino con i suoi mattoncini accanto. Ai giardini pubblici vicino  alla  fontana( o in riva al mare, al Poetto).

B  ( accarezza i mattoncini  e li annusa) L’ho capito subito che con voi potevo fare qualcosa di speciale, non una cosa qualsiasi.

(parlano a turno alcuni di loro) Se ce lo dici, noi ti aiutiamo. Siamo abituati alle mani dei bambini. E anche dei grandi!(ridono).

B  Ma io i grandi adesso non li voglio:devo fare una sorpresa. Quando è tutto pronto, allora li invito a salire.

A salire? Vuoi fare una scala?… (ride) Un albero…?(ride) Un treno..?

B  Bravi! Fuocherello..Ve lo dico: voglio fare..

Un aereo?

B  Ma no, meglio: voglio fare una barca, una zattera.

M  Perchè meglio?

B  Ma perchè va sull’acqua, no?

Ecco perchè sei voluto venire fin qui! Forza, diamoci da fare e intanto che noi ci mettiamo al posto giusto, tu ci racconti come ti è venuta l’idea e perchè hai scelto di costruire proprio una nave.

Non una nave, una cosa più piccola che posso guidare io, una barca o una zattera

  Però deve essere una barca un po’ speciale, che sa lei dove andare, perchè io non lo so. Boh, magari quando sono grande lo so.

Credi? Molti grandi dicono che lo sapevano da piccoli, ma non lo sanno più.

B  ( con sussiego) Lo so anche io che i grandi non sanno tutto, neanche papà e mamma e neanche i nonni. Però quando sono grande io lo so!

M  Allora come la vuoi questa zattera?

Tutta colorata, grande che ci stia tanta gente. E magica, ve l’ho detto: lei non può affondare: è come se c’è uno invisibile che la guida.

M  Ma tu non vuoi fare niente?

B  (Un po’ seccato) Tutto ci faccio! Io ci vivo!

M  Non arrabbiarti. E chi ci vuoi far salire su questa zattera speciale?

B  Prima di tutto gli amici, poi..tutti quelli che ci stanno.

M  Anche i cattivi?

B  No!..Non so..Come faccio a riconoscerli? Loro salgono anche se io non voglio..( un po’ preoccupato)

M  (ridono) Ci mettiamo unpo’ di nero per i cattivi?

Magari, così si capisce che è una zattera intelligente!(ride). Cosa ci vuole a finirla?

Non avere fretta, costruire la zattera fa parte del viaggio. Ma chi sono gli amici che ti porti? e cosa farai con loro?

B  Sono tanti! e ne ho anche immaginari. Di quelli proprio veri mi piace Manuel che è sempre allegro e mi fa ridere; Ale che mi dice cose strane che non capisco bene e dopo un po’ le penso anch’io; e poi Martina: lei è paurosa e piange, però quando le tiro le codine ride forte come se le faccio il solletico..

Grandi… forse no; però mia mamma  forse la voglio, perchè quando il sole si è nascosto nel mare e c’è silenzio e buio, lei mi accarezza i capelli e io non ho paura.

. ( Sbadiglia e si sfrega gli occhi)

Hai sonno, Pinio?

B  No..no, magari poco poco. Ma non voglio dormire…voglio…finire..(sbadiglia ancora, poggia la testa alle braccia , chiude gli occhi e si addormenta)

( Ridono con tenerezza. )… Guarda, sta già sognando.

Entra in scena la zattera che canta mentre il bambino si sveglia.

………Z    Oooh… sono la zattera, appena costruita, fresca di cantiere! 
Ho proprio dei bei colori, sono grande quanto volevo e sono magica, non affonderò sicuramente
ai primi venti o all’acqua in burrasca… non so… mi sento come guidata da qualcuno che sa.
Solcherò quest’acqua, mi sento addosso il vento, il sole e l’acqua è proprio fresca.
Sono felice di andare e sono proprio una bella zattera.
Sarò d’aiuto a chi ha paura d’annegare, un posto dove riposare dopo lunghe nuotate.
So per certo, me lo dice il cuore, che io non affonderò.  Ho fiducia e voglio andare.
E allora andiamo.  Vieni con me bambino Pinio!
Oooh, piccola zattera che son iiio… (canta)


 

R.D.

Il mio ferro da stiro
ha un’anima e mi parla

Con  lento movimento
Sostengo la fatica
Avanti e indietro
Per mille  e mille volte
A frugare le pieghe dei tessuti.
Più spesso
Della mente e del cuore.
Nasce la tessitura
Di fili abbandonati
Ritrovati  e legati al presente.
Affiorano ricordi
Di paesaggi  persone ed emozioni.
Io li accompagno
Prezioso dono.
E caldo
Desideri  assecondo
E nuove sensazioni.
Giro e rigiro
Silenzioso.
Ma  felice sussulto
ai tuoi pensieri nuovi
che nascono
Incerti e scompigliati.
Paziente
Tento di dipanarli
Di dare un senso
E  assecondo
I tuoi gesti
Di fatica amorosa
Giammai  di faticoso amore.


 

P.D.

L’avventura di una piuma *

Volo svelta e gioiosa
Lontana dal mio nido,
Libera finalmente
D’esser me stessa, piuma unica e sola.
Guardo il mondo dall’alto
E volteggiando
danzo beatamente
Finché a terra mi poso;
ma il mio non è riposo
ché un tanfo or mi stordisce,
qualcosa di vischioso
mi impedisce e mi tiene
schiacciata sotto un piede.

Finale alternativo:

finché a terra mi poso
In cerca di riposo;
scrutando il mondo intorno,
io scopro meraviglie
di colori e profumi
meditando il ritorno.


 

P.D.

La bicicletta, emblema dell’amicizia

Dedicata ad Andrea

Agile e  leggera,
nelle tue scorribande
ti accompagno,
pronta a seguire ogni tua chimera;
non mi spaventa lo sterrato,
non  la fatica di ripide salite
e neppur le discese a precipizio;
veloce o lenta posso andar lontano,
grattar le rocce
oppur  prendere il volo
per darti prova della mia amicizia:
portarti su in montagna oppur sul piano,
in folta compagnia oppur da solo.
farti godere la quotidianità.
Nulla  da te mi aspetto,
solo cura e rispetto.
Il mio piacere solo in questo sta:
riempirti gli occhi di bellezza,
la pelle e il cuore di vento e libertà.


 

M.T.A. e M.T.L. (lavoro in piccolo gruppo)19-6-14 calligramma M.T.L. e M.T.A.

L.M.

Son tazzina e son curiosa.

È quasi l’ora.
Osservo, non osservata, le tante persone intorno al magico vassoio.
Pregusto il contatto, di qualcuno serbo memoria.
Ah se potessi scegliere e non solo essere scelta!

Vedo sorrisi e anche mezzi sorrisi intorno a me.
Vedo mobili labbra variamente rosate.
Cos’è quell’attraente flusso che mi circonda?
Son pronta e aspetto: ogni volta è una nuova emozione.