Laboratorio di scrittura a partire da sè

Se mi trasformassi in una cosa”, 19 giugno 2014

Collana Scritti di getto

Dopo la lettura a voce alta di:

  • Palazzeschi, La fontana malata, pag. 133, ibidem
  • Leopardi, XXXV, Canti, ibidem
  • Roberto Piumini, Cosa, in E.Zamponi e R.Piumini, Calicanto, 1988, To, Einaudi, pag. 29
  • Calligrammi vari da, Ersilia Zamponi, I Draghi loco pei, 1986, TO; Einaudi, pagg. 88-89

Consegna

“seguo il mio pensiero che – con la lettura – mi porta immagini, suggestioni e riflessioni,  sulle poesie e sulle cose intorno a me.  E  riassumo con un  titoletto”

[C.P.]

Mi è tornata la nostalgia di quegli odori che continuo ad amare: menta, rosa e verbena.
Foglie sparse al vento mentre passa la processione …
Odore di Corpus Domini, lo chiamavo da bambina

[Gr. L.]

Sono bianco
Tante cose verrebbero se tu
fossi libero, leggero
privo di impronte.
Solo allora potresti dire
sono bianco ma bramo
colore.

[M.T. A.]

spazio tra i sassi
Per Un fiore sul muro di pietra
Lentamente,  tenace
Ti fai vedere la luce
Danzi un giorno nel sole
Ed è tutto.

[M.T. L.]

Scia di parole
Volo di penne leggere
Vento di nuvole e fumo
Fumo di sogni
Sogni di carta
Carta e colori
Per parlare di amori
Amori di età lontane
Lontane come terre d’oriente
Oriente occidente nord e sud:
dove andare?
Non voglio atterrare
Non voglio ancora atterrare.

[R.S.]

Animare.

Animare è una strana parola. Dare anima, vita a ciò che è inanimato. Chi dà l’anima per qualcuno, non dà la propria ma permette all’altro di averla, un’anima, anche se fino a quel momento la sua testa era vuota e il suo cuore di legno.

A volte siamo esanimi, cioè fuori dall’anima, senza energia, dunque anche l’energia è dentro l’anima, la rende corporea, come se potessimo vederla e toccarla, come un muscolo pulsante, che freme.

[R.D.]

ZAMPONI

Natale: festa, incontri conviviali, eccesso di cibo e di finta allegria.
Io qui in mezzo alla mensa imbandita: inanimato, irriconoscibile, reso commestibile: vittima. Vostra vittima.
Memoria di ciò che sono stato: giorni neppure lontani, quando correvo inconscio felice animale, ingordo anch’io.
Terrore di ciò che ho vissuto e di ciò che mi aspetta: il nulla, per me orrendo rifiuto, cui cerco inutilmente un senso. 

[L.M.]

Son tazzina e son curiosa.
È quasi l’ora.
Osservo, non osservata, le tante persone intorno al magico vassoio.
Pregusto il contatto, di qualcuno serbo memoria.
Ah se potessi scegliere e non solo essere scelta!
Vedo sorrisi e anche mezzi sorrisi intorno a me.
Vedo mobili labbra variamente rosate.
Cos’è quell’attraente flusso che mi circonda?
Son pronta e aspetto: ogni volta è una nuova emozione.