Mercoledì 11 maggio 2016, h. 17.30, Sala Eleonora d’Arborea in via Falzarego 35 Cagliari

Charlotte Brontë’s voices in Jane Eyre / Charlotte Brontë e i suoi molti sé in Jane Eyre

Il Centro di Documentazione e Studi delle donne rende omaggio ad una delle maggiori scrittrici della letteratura inglese, Charlotte Brontë, nel bicentenario della sua nascita con una serata di performances, analisi, letture, elaborazioni creative e riflessioni.

Atti dell’incontro

Incontro per il bicentenario della nascita di Charlotte Brontë (1816 - 2016)

Programma

In her and our words
Maria Grazia Dongu – docente di Letteratura Inglese presso L’Università di Cagliari e
Giovanna Zappu – docente di Lingua e letteratura inglese presso le scuole superiori, coordinatrice del gruppo teatrale “The Waltzing Matilda Players”

Charlotte Brontë e Jane Eyre: mortificazione ed emancipazione della figura femminile nella scrittura Vittoriana
Monica Serra – dottoressa in Letteratura inglese

In dialogo con Charlotte Brontë
Letture e produzione creativa a cura del Laboratorio di scrittura a partire da sé guidato da Pinella Depau – Centro di Documentazione e Studi delle donne

Citazioni e riflessioni a cura del pubblico

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Charlotte Brontë scrive agli inizi di una mai conclusa epoca in cui le donne sono chiamate a contestare una struttura di potere e una cultura repressiva e lo fa prendendo spunti dalle problematiche della propria vita e di quella delle persone a Lei più vicine.

Scrive offrendoci testi e un’autobiografia che costituiscono riferimenti fondamentali nelle narrazioni dei vissuti e delle relazioni fra uomini e donne.

Se prima di Lei Mary Wollstonecraft aveva invocato diritti pubblici per le donne, Charlotte si addentra nell’area dei sentimenti privati e in quello spazio mentale in cui le donne erano ridotte in una schiavitù insidiosa e profonda quanto e più di quella determinata dai palesi limiti imposti al lavoro, alla proprietà e al voto femminile e lo fa rifiutandosi di confinare le sue personagge in vittime, facendone insolite e moderne donne “resistenti” che rielaborano privazioni e traumi e perfino nelle condizioni più oppressive riescono a trovare dentro di sé le facoltà e la forza di assumere in prima persona la responsabilità di gestire la propria sopravvivenza mettendo in discussione un destino “da donne” prefigurato da altri.

Le opere di Charlotte Brontë misero a dura prova valori e principi della cultura inglese del tempo, la ricerca di indipendenza intellettuale ed economica femminile, la sensualità e la passione delle sue personagge si scontrarono con la visione di un animo femminile “asessuato” che non poteva manifestare pensieri e sentimenti propri, e quanto mai desiderio sessuale, e di cui qualsiasi gesto o pensiero doveva risultare misurato e convenzionale.